Dalla scrivania di Armando Traverso – “Il Mio Angolo”.
Credo di essere stato tra i primi avventori del ristorante
“L’Angolo” di Sperlonga, sin da quando agli inizi,si poteva gustare da
Luciano la Bruschetta alla Scoglio, un piatto monumentale di frutti di
mare, su sedie e tavoli rigorosamente in plastica verde, sistemati in
bilico, sull’asfalto in pendenza davanti all’ingresso. Da allora non ho
mai smesso di frequentarlo, vittima felice del buon cibo e soprattutto
dell’incontenibile entusiasmo di Luciano, a cui sono legato da profonda
amicizia.
Da allora cene e pranzi si sono susseguiti ininterrottamente, in
tutte le stagioni, con il sole e la pioggia, all’aperto o al chiuso. In
tutte le occasioni, non mi è mai mancato quel senso di ospitalità, di
profonda accoglienza, che rende un posto pubblico un luogo in cui stare
in armonia insieme agli altri o godere in pace della propria solitudine.
La mia visita più recente all’Angolo è di qualche giorno precedente
alla scrittura di questa breve testimonianza. È primavera e si può stare
all’aperto, è una bella giornata, luminosa, accompagnata da una
piacevole brezza marina. Sono da solo e non so per quale strana
associazione penso al Portogallo, e in particolare ad alcuni giorni
trascorsi a Lisbona e così mi viene voglia di baccalà, che come tutti
sanno è un alimento fondamentale della cucina portoghese.
All’Angolo ho i miei piatti preferiti, dal tradizionale spaghetto
alle vongole ai paccheri con alici e pomodorini gialli, ma so che
qualunque cosa decidessi sarebbe comunque un’ottima scelta. Scorro il
menù con una certa velocità ed eccolo, lo trovo subito tra i secondi,
baccalà alla piastra. Il tempo di sorseggiare un sorso di un ottimo
calice di bianco proposto con la consueta competenza da Matteo, ed ecco
arrivare Luciano, sorridente e affettuoso come sempre. Gli chiedo se
condivide la mia scelta. Ne è entusiasta e non solo, ha da poco
preparato un piatto nuovo, sono dei pizzoccheri che prevedono proprio
una base di baccalà.
Avrei voluto mangiare solo un secondo, visto
che nel pomeriggio avrei avuto parecchio da scrivere, ma non so
resistere alla passione contagiosa di Luciano, e allora vada anche per
il primo. Mi dice che non gli ha ancora dato un nome, mi chiede
consiglio, vorrebbe che ci fosse qualche riferimento agli elementi del
piatto, ai pizzoccheri, al baccalà e alla tradizione culinaria
mediterranea. Gli prometto che ci avrei pensato degustandolo. Sono
subito conquistato dalla bontà del piatto, il baccalà è presente ma non
invasivo, e si sposa perfettamente con i pizzoccheri, è un connubio
curioso ma riuscito, ne sono piacevolmente sorpreso. A seguire arriva il
baccalà alla piastra.
È perfetto, freschissimo, cotto alla perfezione.
Dal
mio tavolo, riparato dalla luce del sole da una palma, posso vedere il
porticciolo e le piccole imbarcazioni da diporto che fendono un mare
quasi immobile, immerse nella luce azzurra. Per concludere, Luciano mi
propone come dessert la sua pastiera rivisitata, non provo nemmeno a
resistere, ormai mi sono felicemente abbandonato alla sua arte. Non sono
un critico gastronomico di professione, però il mio lavoro mi ha
portato a conoscere moltissimi ristoranti in giro per tutto il Paese,
dalle trattorie a gestione familiare a quelli stellati. In generale amo
il buon cibo e il buon vino che ho imparato a distinguere, magari
consumati in un posto accogliente, dove l’ospite possa sentirsi a
proprio agio. Ed è quello che mi capita ogni volta che ho il piacere di
tornare all’Angolo, quando ritrovo la gioviale passione di Luciano, la
cura squisita di Marisa, l’attenzione scrupolosa di Matteo.
Ecco, è questo il mio “Angolo”.
Ah già, quasi dimenticavo, il nome per i pizzoccheri al baccalà… beh,
avrei una proposta, vorrei lanciare una specie di concorso: andate da
Luciano, assaggiatelo e suggerite il vostro nome che sarà annotato. Alla
fine, una volta raccolti tutti i nomi, verrà ufficialmente dato il nome
al piatto a giudizio insindacabile dello Chef e il vincitore riceverà…
beh ovviamente, un bel piatto di pizzoccheri al baccalà!